Egon Schiele, La famiglia, 1918, Vienna, Osterreichische Galerie.

L’opera, incompiuta a causa della morte dello stesso artista che rimase contagiato da una terribile epidemia di influenza spagnola, rappresenta Egon, la moglie Edith ed il loro bambino mai nato. Le figure nude appaiono in pose complesse essendo accovacciate ed emergono da un fondo scuro. Schiele, poi, le inscrive all’interno di un rettangolo ideale. 
Il suo autoritratto, seduto su un divano, è deformato; il volto appare magro e nodoso, la fronte aggrottata e lo sguardo fisso negli occhi dello spettatore. 
Il corpo di Edith, al contrario, è più morbido e disteso. Il bambino è vestito per sottolineare la sua innocenza.
E’ qui presente una ricca mescolanza di tonalità che vanno dal bianco, al giallo, al rosso fino ad un marrone scuro. Il colore non riempie più i contorni tracciati precedentemente, ma produce un vero e proprio plasticismo.
Gli sguardi malinconici hanno preso il posto del consueto pathos che caratterizzano le sue figure.

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