” La dignità del lavoro mi dà la possibilità di guadagnarmi da vivere, cinque franchi al giorno e rispetto per me stessa”, così scriveva Mary Cassatt (Pittsburgh, 1844 – Château de Beaufresne, 1926), grande artista americana, alla sorella Lydia. La sua modernità, quindi, non risiede solo nel campo dell’arte, ma anche nella sua personalità indipendente, tenace, sicura di sé ed ambiziosa. Mai mise in discussione la scelta di non sposarsi e dedicarsi alla sua crescita personale ed artistica. Già all’età di quindici anni decise d’iscriversi alla Pennsylvania Academy of Fine Arts di Filadelphia, una delle prime istituzioni aperte alle donne, per apprendere il disegno e la pittura, passioni che coltivò nonostante l’atteggiamento ostile dei professori e dei compagni maschi e nonostante gli oscillanti aiuti finanziari da parte dei familiari. Il background sociale ed economico di Mary era molto favorevole, ma il timore dei genitori che la figlia decidesse di fare dell’arte una professione e non un dilettevole passatempo sociale, li rendeva incerti. Ed, in effetti, questo era l’intento della giovane che riuscì anche a recarsi in Europa e poi a Parigi per prendere lezioni di pittura da maestri privati poiché le donne non erano ammesse all’École de Beaux Arts. Molte sono state le difficoltà ed i pregiudizi che l’artista ha dovuto affrontare tra cui anche quelle personali legate alla ricerca di un proprio stile, fino a quando lo scorbutico e scostante Degas non la invitò, nel 1877, ad unirsi al gruppo degli “indipendenti”. L’adesione fu immediata, come anche la partecipazione alle mostre degli Impressionisti a partire dal 1879. Il suo stile da accademico si trasformò in moderno; anche lei aveva deciso di sposare il tripudio della luce e del colore. Con l’amico e collega Degas ebbe uno scambio alla pari, da veri professionisti, che portò ad un’intimità tale che non era inconsueto che si scambiassero opere e consigli. Una collaborazione che ebbe l’apice nel biennio 1878-1879 e che li portò anche a sperimentare alcune tecniche di stampa quali l’acquatinta e l’acquaforte come ci testimonia anche il ritratto ad incisione di Degas che ha come soggetto Mary Cassatt al Louvre, di cui esistono molte versioni, ed un altro ad olio, Ritratto di Mary Cassatt del 1880 ca che si trovano a Washington alla National Gallery of Art. In entrambi, l’immagine che l’artista ci restituisce è di una donna indipendente, fortemente concentrata sul suo lavoro mentre assume pose inconsuete. Nell’incisione appare di spalle con un ombrello al posto del più femminile parasole ed intenta ad osservare i quadri, tanto attirata da essi da renderla indifferente alla presenza di chi la circonda. Nell’olio è seduta, ma protesa verso le ginocchia, intenta a riflettere, probabilmente, sulle immagini che ha tra le mani; esse rapiscono i suoi pensieri, rendendola affascinante e profonda.

Mary prediligeva, come Degas, rappresentare donne in atteggiamenti naturali, ma la maggiore concentrazione era verso il rapporto madre-figlia. In particolare i bambini erano rappresentati con estrema naturalezza e spontaneità e mai da adulti in miniatura, come la tradizione ci aveva abituato. In particolare, le facevano da modelli familiari e conoscenti che erano tratteggiati con grande abilità ritrattistica e con seducente espressività. Il paesaggio non le era congeniale, anche se poi si appassionò, negli anni ‘90, all’acqua e alle barche e, dopo l’incontro con Degas, al mondo del teatro e dello spettacolo. Ciò che sicuramente li accomunava era l’adesione completa alla modernità, alla resa della realtà contemporanea, all’uso di una prospettiva in diagonale e all’introduzione nella scena di uno specchio per creare un gioco di rimandi e introdurre lo spettatore nello spazio del soggetto.

Splendida la Bambina su poltrona blu, 1877-1878, Washington, National Gallery of Art,che fu anche rifiutata dall’Esposizione Universale per la posa discinta della bimba che mostra gambe aperte, abiti scomposti ed un’espressione stanca ed annoiata. L’adesione al realismo e ai consueti atteggiamenti infantili dei bambini mal si sposava con la mentalità borghese. Probabilmente la piccola si era velocemente e svogliatamente adagiata su quella poltrona turchese, tratteggiata con pennellate tipicamente impressioniste, per trovare riposo accanto ad un cagnolino che dormiva placido e tranquillo. L’ambiente nel quale è inserita è reso con un’ inquadratura disorientante e lo spazio appare profondo ed instabile, “semplicemente” ottenuto con l’uso di una parete obliqua sulla sinistra.

Ma ormai la Cassatt stava raggiungendo il suo obiettivo, vendere le sue opere a prezzo di mercato e poter vivere dei suoi guadagni. Le sue tele incontrarono finalmente l’interesse dei collezionisti e si occupò di lei perfino il noto mercante d’arte Paul Durand-Ruel.

Da allora fino alla morte l’artista divenne molto apprezzata sia in Francia che in America. Nel tempo, dopo aver scoperto il fascino delle Ukiyo-e, le stampe giapponesi, modificò il suo stile rivalutando l’uso di una linea consistente che tornò a prevalere sulla pennellata e sul colore.

Divenne anche un’abile consulente, per parenti ed amici, nell’acquisto di opere d’arte rendendoli ricchi per aver suggerito loro dei giusti investimenti. S’impegnò nella lotta del diritto al voto delle donne poiché era cosciente che ciò che lei aveva raggiunto e guadagnato con enorme sofferenza era una rarità. Ormai era arrivato il tempo in cui le donne potessero avere le stesse opportunità degli uomini anche nel campo dell’istruzione artistica che era loro negata.

di FaTima GiorDano

Edgar Degas, ritratto di Mary Cassatt, 1880 ca, Washington, National Gallery of Art.
Edgar Degas, ritratto di Mary Cassatt, 1880 ca, Washington, National Gallery of Art.
Mary Cassatt, bambina su una poltrona blu, 1877-1878 ca, Washington, National Gallery of Art.
Mary Cassatt, la carezza, 1902, Washinghton, Smithsonian American Art Museum.