di FaTima GiorDano

San Valentino è trascorso lieto e leggiadro. Niente 5 ore a berciare nelle classi, niente 3 ore nelle prime. Una salvifica e terapeutica assemblea d’istituto ha concesso, a noi lavoratori della scuola, una dolce e fulminea pausa ristoratrice.

Il giorno seguente tutto è rientrato nella norma, tutto come sempre e nulla di originale nell’aria, poi, di colpo, si spalanca la porta. E’ Walter che entra, deciso e serio, in classe. Si avvicina alla cattedra con in mano un malloppo di buste bianche rettangolari. Sarà mica diventato un postino?! Mi guarda in tralice, poi scruta, sfoglia. . . cerca qualcosa per me. . . Sbianco. . .le cattive notizie arrivano sempre in modo ufficiale e formale. Ipotizzo. . . sarà perché ho messo troppe insufficienze in pagella? Perché sono arrivata con 10’ di ritardo due anni e mezzo fa? O era sbagliato l’algoritmo che mi ha trasferita in questa scuola sette anni or sono? Infine la missiva piomba nelle mie mani. Il cuore batte, le gambe tremano. Il destinatario sono inequivocabilmente io: prof. Giordano. Lui non accenna ad andarsene, mi chiede, fintamente ignaro, cosa ci sia dentro e sbircia spudoratamente. Apro cauta, quasi intimorita. All’interno due bigliettini dalla forma irregolare. Estraggo. Lui ride! Gli alunni, stranamente in silenzio, aspettano curiosi. Leggo. Sul primo: prof. Fantastica! Sul secondo: prof. lei è un angelo!

Walter ride e sentenzia: «Sono i biglietti di san Valentino!» Sono solo due. . . Poi penso: «Two is megl’ che nient’!». M’illumino e il sangue nelle vene torna caldo. Sono le dichiarazioni d’affetto e di stima degli alunni. Una tradizione partita da quest’anno, per volontà degli studenti, che ha come scopo di gratificare chi si prende quotidianamente cura di loro.

E’ così, dopo decenni, finalmente, San Faustino vince su San Valentino!